Tuttavia, a portare questo concetto all’interno delle mura domestiche è stato il veterinario australiano Ian Billinghurst, colui che in seguito ha creato le linee guida della dieta da lui chiamata BARF – “Bones And Raw Food” o “Biologically Appropriate Raw Food”.
La teoria della dieta BARF
Secondo la sua teoria, i cani adulti beneficerebbero di una dieta basata su ciò che i loro antenati avrebbero mangiato in natura: prede crude, ossa carnose e qualche vegetale. I mangimi commerciali, al contrario, farebbero molto male al cane.
Questo principio da sempre divide le mentalità. Molti veterinari hanno fermamente respinto le sue affermazioni (così come l’FDA¹, “il Food and Drugs Administration” americano) sostenendo che una dieta ancestrale composta da carne e ossa di animali porrebbe i cani moderni di fronte a molteplici rischi, ampiamente documentati in numerose riviste di medicina veterinaria.
Alcuni di questi sono, ad esempio:
- Che il cibo crudo possa contenere batteri molto pericolosi sia per il cane che per l’uomo
- Una dieta poco bilanciata è pericolosa per la salute del cane se protratta per un lungo periodo
- Le ossa potrebbero causare il soffocamento dell’animale, rompere i denti o causare lacerazioni interne
La corrente a favore di Billinghurst, invece, elenca i numerosi benefici di dare carne cruda al cane:
- Pelo più lucido
- Pelle più sana
- Denti più forti
- Maggiori livelli di energia
- Feci migliori
Dalla pubblicazione del libro di Billinghurst sull’argomento, molti altri tipi di diete ispirate alla BARF hanno iniziato ad emergere, così come gli integratori alimentari che utilizzano miscele di minerali, vegetali e vitamine da aggiungere alla carne cruda acquistata dal padrone al supermercato.
Le ricette per diete BARF con i relativi consigli di abbinamenti e calibrazioni sono molto diffuse online e molti sono anche i libri reperibili in commercio. L’interesse del pubblico continua a crescere, soprattutto in questi ultimi anni in cui si è creata una subcultura molto forte di alimenti e prodotti “green” e KM 0.
Cos’è la dieta BARF?
Una alimentazione sana BARF di solito include:
- Carne magra (muscolo) di solito ancora attaccata all’osso
- Ossa, sia intere che tritate
- Organi come reni e fegato
- Uova crude
- Vegetali come broccoli, spinaci e sedano
- Mele o altra frutta
- Alcuni latticini
Le testimonianze a favore della dieta BARF sono moltissime, sia di persone comuni che sono passate a una scelta naturale dopo anni di mangimi commerciali, che di professionisti dell’allevamento, del training o medici veterinari esperti.
Di sicuro questa scelta richiede molto più lavoro e molti più sforzi economici per essere fatta a dovere, e anche questo punto è fonte di ulteriori contrasti perché solo attraverso la giusta quantità e calibrazione degli ingredienti (ad hoc per la razza, l’età e le necessità particolari dell’animale) si possono ottenere risultati benefici.
Purtroppo spesso capita che dopo una prima partenza rigorosa il proprietario neofita si allontana dai binari, per risparmiare tempo o denaro, e la dieta ricca che era stata pianificata per il proprio animale diventa così una dieta molto povera.
Dieta BARF: cosa dimostrano le ricerche
Lisa M. Freeman, DVM, PhD, ha condotto uno studio sulle diete BARF nei cani che è stato pubblicato sul Journal of the American Veterinary Association nel 2001 in cui avverte i proprietari dei cani di stare particolarmente attenti a questo tipo di alimentazione, che spesso scelgono una dieta BARF spinti dalle tante leggende terroristiche sulla produzione dei prodotti commerciali.
“Per quei proprietari che preferiscono non avvalersi di prodotti commerciali”, dice la Freeman, “consiglio una dieta casalinga delineata da un nutrizionista certificato.”
La Dott.ssa Freeman, professoressa di scienze della nutrizione alla Cummings School of Veterinary Medicine della Tufts University, afferma che molti dei benefici attribuiti alla dieta BARF per i cani, come per esempio un pelo più lucido e forte, sono in realtà il risultato dell’elevata percentuale di grassi contenuti in questo tipo di dieta naturale, e afferma inoltre che se fossero disponibili in commercio alimenti confezionati ad alto contenuto di grassi, darebbero gli esatti effetti. Ma senza il rischio di una dieta poco bilanciata.
“Non a caso”, dice, “spesso viene suggerito di aggiungere alla dieta degli integratori di acidi grassi”.
Il suo studio ha comparato cinque diete naturali, tre di cucina casalinga e due commerciali.
In tutti i casi si è evidenziata una carenza o un eccesso di valori nutritivi in grado di ledere gravemente alla salute dell’animale, sul lungo periodo.
Joseph Wakshlag, DVM, PhD, ha notato questo genere di problemi (qualità del pelo, salute della pelle e struttura delle ossa) in molti casi collegati all’alimentazione del cane.
Troppi pochi grassi risultano in un mantello fragile e opaco ma assumere troppi grassi e non abbastanza proteine, al contrario, potrebbe portare l’animale a sviluppare una forma iniziale di anemia.
Studi sulle diete BARF hanno mostrato risultati preoccupanti anche circa la presenza di contaminazioni batteriche molto pericolose.
Uno studio del 2006 condotto su 20 tipi di diete naturali disponibili in commercio ha evidenziato che in circa il 7% di queste erano presenti salmonella e che quasi il 60%, invece, conteneva l’escherichia coli.
Anche il cibo confezionato ha evidenziato tracce di E. coli, precisamente in tutti i campioni di cibo umido (e quindi con carne cucinata industrialmente) e in 1 marca di cibo secco.
Dieta BARF: troppe preoccupazioni?
I sostenitori delle diete BARF hanno sempre sostenuto che alcuni batteri nocivi per la salute del cane possono essere presenti anche nei cibi commerciali, così come nella carne dei supermercati per il consumo umano.
Secondo le linee guida dell’FDA, i produttori di crocchette e alimenti umidi confezionati forniscono alimenti più completi e bilanciati, con sufficienti dosi di calcio e fosforo, molto importanti per la struttura ossea dell’animale.
Le diete BARF che propongono spesso il fegato nelle porzioni, invece, potrebbero fornire un eccessivo quantitativo di vitamina A che sul lungo periodo potrebbe causare numerosi problemi di salute.
Non sono pochi i veterinari che si schierano contro le diete BARF, dichiarando che non sarebbero adatte a tutti i tipi di cani perché sono diete estremamente ricche di proteine, non adatte a quegli animali che soffrono di patologie o disfunzioni epatiche.
Anche gli animali con tumori, cani che stanno seguendo un processo di chemioterapia, oppure con pancreatiti o problemi del tratto digerente non sarebbero buoni candidati.
Per quanto riguarda i cuccioli, invece, le preoccupazioni sono soprattutto rivolte ai valori di calcio e di fosforo che, se non sono assunti nella giusta quantità, possono tradursi in deformità ossee, problemi muscolo-scheletrici e patologie articolari.
10 semplici regole per una corretta dieta BARF
Regola n. 1: l’apporto di calcio:
Come abbiamo proprio appena finito di dire, tutti i cani (e soprattutto i cuccioli) hanno bisogno di assimilare calcio e fosforo dall’alimentazione.
La carne è molto ricca di fosforo ma non soddisfa i livelli di calcio. Al contrario le ossa sono ricche di entrambi i minerali.
Ecco perché una dieta naturale composta unicamente di carne, priva quindi di ossa, non è raccomandabile.
Per fornire un apporto corretto di calcio e di minerali, il pasto del cane dovrà contenere almeno il 10-15% di ossa.
Alcuni ottimi candidati da includere nella dieta quotidiana del cane sono:
- ali di pollo, colli, cosce e sovracosce
- colli di tacchino (le altre ossa sono troppo grandi)
- coda di manzo (ottima per i cani più grandi)
- agnello o collo di capra
- costato di agnello o capra
Si possono anche dare pesci interi, conigli interi e polli interi. In tutti questi casi la proporzione carne/ossa è corretta.
Anche le uova intere (con guscio) sono un’ottima fonte di calcio e fosforo ma in questo caso assicuratevi di prenderle fresche da un contadino perché i gusci di quelle del supermercato spesso sono trattate con sostanze altamente nocive.
Regola n. 2: gli organi sono forzieri di vitamine
Il secondo errore più grande che commettono i proprietari che tentano la BARF è di non dare organi interni o di darne troppi pochi.
Gli organi sono veri e propri forzieri di risorse nutritive, se non li serviamo priveremo il nostro cane di vitamine importantissime.
Una dieta bilanciata di tipo naturale deve includere fra il 10% e il 30% di organi interni, a seconda del tipo.
Se riusciamo a trovare il fegato, basterà il 10%.
Reni, milza, pancreas, cervello e altri organi saporitissimi per il nostro cane dovranno rappresentare circa il 30% della razione del pasto.
Tuttavia, il fegato contiene percentuali molto elevate di vitamina A e somministrarne troppo può portare a problemi di salute (stiamo attenti, ad esempio, alla comparsa di diarrea).
Una porzione ideale di alimento BARF deve contenere più varietà di organi e più varietà di carni/ossa.
Ogni organo dovrà essere circa il 5% o 10% del pasto, per un totale di almeno due o tre tipologie (e quindi fra il 20 e il 30% della razione). Se invece ne possiamo includere solamente uno perché non siamo riusciti a trovarne di più varietà, restiamo sul valore 5-10%.
Se siamo agli inizi e il nostro cane ancora non è abituato a una dieta naturale, prima di raggiungere la dose corretta di organi, somministriamone solo piccole quantità aumentando poi piano piano nel tempo, in particolare se sta passando da un’alimentazione commerciale a una naturale, perché potrebbero inizialmente causare feci liquide. Inoltre avendo un sapore molto forte a cui non è ancora abituato, potrebbe scartarli.
Regola n. 3: la polpa è alla base
Ora che abbiamo preparato la razione di organi e quella di ossa carnose, finiamo il piatto con la polpa.
Per polpa si intendono tutte le carni magre dell’animale che di solito sono i muscoli. Devono rappresentare almeno 1/3 della porzione nella ciotola, a seconda di quanto si è messo nelle due parti precedenti.
Sono tagli estremamente ricchi di proteine, una componente essenziale della dieta del cane. Le proteine servono per fortificare i muscoli e i tessuti del nostro cane. Inoltre supportano gli ormoni e gli enzimi.
Alcuni di questi tagli sono:
- carni di manzo (macinato, spezzatino, coscia, guance);
- cuore di manzo (ma non più del 5% della dieta totale perché è molto ricco di nutrienti);
- tacchino (macinato, posteriori disossati, petto, filetto);
- agnello (spezzatino, macinato, spalla, petto);
- maiale (spalla o posteriore, filetto, sella, costato ma senza ossa);
- pollo (posteriori disossati, petto).
Regola n. 4: attenzione ai grassi
Il grasso fa bene al cane, gli fornisce elementi essenziali per il sistema immunitario e per la salute di pelo e pelle. Ma come potete immaginare il grasso ha anche dei lati negativi, è molto calorico, con quasi il doppio delle calorie di un taglio di carne magro. Ed è anche privo di vitamine e minerali.
Moltissimi proprietari sbagliano le dosi di grasso da inserire nell’alimentazione giornaliera del cane e ne somministrano… troppo.
So che avete risposto “poco” invece che troppo… ma è proprio così. E questo perché le carni economiche sono più grasse.
L’alimentazione naturale è molto più dispendiosa di un’alimentazione commerciale e dobbiamo prenderne coscienza.
Non solo è importante investire sulla varietà giornaliera delle carni, dei tagli, delle porzioni ma anche sulla qualità di queste carni. In una dieta bilanciata i grassi non dovrebbero rappresentare oltre il 10% della razione.
Un esempio di tagli molto ricchi di grasso che è preferibile evitare e di carni più magre facilmente reperibili:
Grassi elevati:
- Colli di pollo con pelle;
- Posteriori di pollo con pelle;
- Macinato di manzo non magro;
- Pancetta;
- Anatra;
Grassi ridotti:
- Colli senza pelle;
- Carni bianche di pollo e tacchino senza pelle;
- Polpa macinata di manzo;
- Filetto di maiale;
- Coniglio;
- Pesce (quasi tutti i tipi);
- Cacciagione (tranne l’anatra).
Una nota importante: come già citavamo più in alto nell’articolo, se possiamo dare un animale intero completo di ossa al nostro cane (pollo, tacchino, pesce, coniglio…) la portata sarà già sufficientemente bilanciata e non sarà necessario integrare con altre carni. Se però priva di organi, aggiungiamoli.
Regola n. 5: non diventiamo matti su frutta e verdura
Frutta e verdura vanno incluse alla dieta? Sì, ma non perdiamoci la testa.
Se rispettiamo i primi 4 punti di questa lista, la sua dieta sarà già sufficientemente bilanciata e non ci sarà bisogno di aggiungere frutta e verdura con regolarità.
Ma – ed è importante considerare questo “MA” – frutta e verdura portano benefici davvero unici che al contrario la carne non fa, senza contare che in natura gli antenati dei nostri cani integravano naturalmente la loro dieta con vegetali e bacche.
E quando un animale sceglie di mangiare qualcosa è perché gli porta qualche beneficio, non per seguire il consiglio di un nutrizionista… e quali sono questi elementi così preziosi?
- Prebiotici: vale a dire fibre vegetali commestibili alla base dell’alimentazione di piccolissimi organismi che vivono nell’intestino del cane (i probiotici).
- Clorofilla: cioè la linfa verde nelle piante. Una vera ricchezza per la salute delle cellule del nostro cane. È anche ottima per fegato e apparato digerente perché purifica e protegge dal cancro.
- Carotenoidi: antiossidanti molto importanti che aiutano a mantenere giovane il nostro amico a quattro zampe e lo proteggono dall’insurrezione di malattie. I carotenoidi sono contenuti in frutta e verdura di colore giallo, arancio e rosso, ad esempio carote (da cui il nome), zucca, papaya…
- Licopeni: un altro potentissimo antiossidante che svolge un ruolo di primissimo piano nella prevenzione e nel rallentamento dei tumori. Il licopene si trova soprattutto nei vegetali di colore rosso, arancione o violaceo come carote, cavolo rosso, anguria, pomodori…
- Luteine: ancora un altro antiossidante molto forte che protegge occhi, pelle e cuore e che si trova nei vegetali a foglia larga e scura oltre che nelle piante di colore giallo. Ad esempio biete, broccoli, arance e papaia.
- Flavonoidi: ricchi di proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e anticancerose. Più è ricco il colore del frutto o del vegetale e maggiori saranno i bioflavonoidi al suo interno.
Ai cani generalmente piace molto mangiare frutta e verdura, di alcuni tipi ne sono particolarmente golosi e si possono usare anche come ricompensa, o possiamo darli come succo (spremuto fresco, senza zuccheri).
Regola n. 6: al bando l’amido
Alimenti ricchi di amidi come cereali, piselli e patate non sono indicati per il cane.
Se da una parte possiamo concederne qualche piccola quantità, dobbiamo prestare moltissima attenzione a limitarla il più possibile.
Il problema principale è che l’amido fa impennare il numero delle calorie assunte dal cane.
Se il suo organismo non potrebbe vivere senza proteine e grassi, non ha minimamente bisogno di carboidrati e amidi – che oltretutto alla lunga possono distruggere la salute dell’apparato digerente, la sua flora batterica, preziosissima, lasciando peraltro campo libero all’insurrezione di allergie, problematiche infiammatorie, gonfiori, ecc…
Se c’è un vantaggio inoppugnabile del passare a una dieta naturale da una commerciale, è che quella commerciale è troppo ricca di amido, utilizzatissimo per abbassare i costi di produzione e quindi introdurre un prodotto conveniente sul mercato.
Regola n. 7: la varietà conta
Una dieta ampia e variegata è importante per noi quanto per lui. Serve per assimilare elementi essenziali contenuti in tanti alimenti diversi e per variare anche il sapore, per non rendere il pasto monotono.
Come abbiamo visto è giusto mescolare diversi tagli di carne, dai più nobili a quelli più “sgradevoli” da maneggiare come organi interni, cervello, zampe.
Regola n. 8: il giusto bilanciamento sul lungo periodo
Una delle preoccupazioni più comuni sulle diete BARF riguarda la corretta formula di bilanciamento.
È molto difficile fare un piano che si possa adattare a tutti perché ogni cane è diverso, e come noi ci rivolgiamo a un dietologo o a un nutrizionista quando vogliamo seguire una dieta specifica per una nostra necessità, sarebbe giusto rivolgersi a un veterinario esperto di corretta alimentazione naturale o a un nutrizionista canino per avere un piano alimentare disegnato a misura di Fido.
È comunque possibile consultare le tantissime fonti online per iniziare a farsi un’idea circa le migliori ricette e formulazioni per la razza del nostro cane.
Come abbiamo già ripetuto più volte in questo articolo, i primi 4 punti di questa lista sono i più importanti. Una dieta bilanciata darà i suoi frutti nel tempo e con il tempo deve essere monitorata e plasmata, per adattarsi ad esigenze particolari, al passare dell’età, ecc…
Regola n. 9: pesce una volta alla settimana
Dare del pesce fresco invece che olio di pesce (o olio di salmone) è più salutare, soprattutto se avete scelto di seguire una dieta BARF, e quindi già di base preferite scegliere alimenti freschi e non trattati.
Pesci interi come la sardina, l’aringa, l’osmero o lo sgombro sono perfetti da introdurre una o due volte alla settimana nella dieta del cane. Se volete potete anche aggiungerne un pezzetto a ogni pasto, in ogni caso la percentuale settimanale di pesce dovrà essere di circa il 5% della dieta
Regola n. 10: rilassatevi
Se avete seguito bene tutti i punti elencati, state somministrando un’ottima dieta BARF al vostro cane, sana e bilanciata.
Passiamo quindi agli ultimi due punti rimasti da analizzare e poi sarete pronti per servire il pranzo in piena serenità mentale.
Dieta BARF: quando dare il pasto
Ogni quanto dobbiamo dare da mangiare al cane nella dieta BARF?
Nella maggior parte dei casi i padroni servono due pasti al giorno, altri invece variano alternando 1 pasto al giorno e 2 pasti al giorno.
L’alternanza serve a favorire la corretta pulizia del tratto intestinale e dell’apparato digerente che, se continua a lavorare ininterrottamente, non avrà il tempo di “ripulirsi” a dovere, incidendo sulla salute del sistema immunitario.
Alcuni scelgono di far saltare il pasto completo al cane per 1 giorno alla settimana, dando solo un osso di manzo da rosicchiare e un po’ di frutta.
Nel caso di questo regime, però, ricordate che non si può adattare ai cuccioli. È preferibile aspettare che il cane abbia compiuto almeno i 6 mesi d’età.
Per i cuccioli la dieta dev’essere più frequente, con circa 3 pasti al giorno.
Dieta BARF: quanto cibo somministrare
Un cane che si alimenta in modo naturale dovrebbe assumere circa il 2% o il 3% del suo peso corporeo da adulto.
Quindi un cane che pesa 20 kg dovrebbe assumere fra i 400 g e i 600 g di cibo al giorno.
Oltre i 20 kg di peso possiamo stare un pochino più abbondanti. Anche se il cane è molto attivo è meglio abbondare un po’ di più con le dosi. Al contrario se il nostro cane è sedentario… stiamo un pochino più indietro.
Domande frequenti
1. Qual è la corretta dose giornaliera di carne nella BARF?
In un cane adulto la dose corretta corrisponde al 2-3% del suo peso corporeo. A seconda dello stile di vita del cane, dell’età e delle sue esigenze particolari potremo piano piano regolare questa quantità in modo da avere il suo piano alimentare perfetto.
2. Posso fare un mix di cibo confezionato e naturale?
Molti proprietari scelgono di unire carne fresca alla dieta commerciale del proprio animale. Se da una parte questo non è seguire una dieta BARF, e tutti i fedeli di questo stile di alimentazione lo sconsiglieranno, può essere utile per far passare il cane ad una alimentazione solamente naturale ma per gradi.
Assicuriamoci però di scegliere almeno un cibo confezionato di ottima qualità.
3. Una dieta BARF è più economica?
No, anzi, il budget a disposizione è importante quando valutiamo di passare a un’alimentazione naturale perché dovremo acquistare alimenti freschi di buona qualità e averne sempre a disposizione, proprio come facciamo la spesa per noi la dovremo fare per lui. Ogni giorno dovremo dare il 3% del peso del corpo del cane in carne fresca e ossa. Moltiplichiamo questo valore per 7 pasti e quella sarà la quantità di carne che dovremo acquistare settimanalmente.
Il costo è commisurato ai prezzi di ogni singolo alimento ma in proporzione sarà almeno 3-4 volte più elevato rispetto a un sacco di comune cibo per cani confezionato.
4. I cani che mangiano BARF vivono più a lungo?
La diatriba sulle proprietà della dieta BARF divide da sempre le opinioni. Di sicuro un cane che mangia sano, con una dieta variegata, ricca di minerali e vitamine, ben bilanciata e con materie prime di ottima qualità e meno trattate industrialmente possibile, è un cane più sano e forte quindi un cane che – in condizioni ideali – vivrà più a lungo.
5. L’alimentazione BARF è migliore di quella commerciale?
L’argomento divide da sempre i pareri. La dieta BARF ha numerosi seguaci che ne decantano le miracolose proprietà e gli effetti benefici sul cane tuttavia, dall’altra parte, numerosissimi esperti e istituzioni come la FDA scoraggiano l’uso di una dieta naturale perché difficile da bilanciare, oltre che potenzialmente pericolosa per i rischi legati al soffocamento, alle lacerazioni interne (per la presenza di ossa o frammenti di ossa), e la presenza di batteri molto pericolosi.
6. Quali ricompense possiamo dare al cane che segue un’alimentazione BARF?
Ricompense naturali, che siano pezzi di frutta o di verdura, oppure carne secca. Per esempio cuori di pollo essiccati, pelle di pesce, fegato secco, orecchie di coniglio, creste di gallina.
Fonti:
Dott. Ian Billinghurst: Barf diet
Research Gate: Raw meat-based diet in dogs and cats nutrition
TUFTS University – Cummings School of Veterinary Medicine: Raw meat diets
WebMD: Benefits, risks and concerns of dog raw food
Naturavetal: Dosi dieta BARF