Molti proprietari attribuiscono questo comportamento a una sorta di ripicca dell’animale per averlo lasciato solo e, in genere, la reazione più naturale è quella di chiamare a rapporto il nostro coinquilino peloso per fargli una ramanzina o perfino punirli.
Purtroppo, con l’andare del tempo, questo tipo di incidenti tendono a peggiorare e le punizioni, di solito, li seguono di pari passo.
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L’errore più grande sta proprio nel credere che un cane conosca il concetto di “dispetto”, in realtà non è così.
Premessa sull’evoluzione del cane
Ad eccezione di rari casi, la maggior parte delle razze canine hanno visto la loro nascita ed evoluzione con lo scopo di eseguire determinati lavori e, fino a qualche decennio fa, svolgevano le loro attività naturali all’aperto e al fianco del proprio padrone, col quale passavano gran parte della giornata.
Con l’evolversi della civiltà abbiamo assistito alla mutazione del ruolo del cane da quella di compagno di lavoro a quella di componente della famiglia, spostandosi dalla zona in cui svolgevano i loro compiti ancestrali ad una nuova collocazione all’interno delle nostre abitazioni.
Ai giorni nostri, è sempre più comune vedere cani, anche di taglia molto grande, vivere in appartamenti che non prevedono aree all’aperto come giardini o terrazzi.
Io stesso ho sempre vissuto con cani di grossa taglia e al momento mi ritrovo con una stupenda cucciolona di cane corso che ha colonizzato in pianta stabile il mio posto sul divano…
Parliamo di animali che, nonostante possano essere nati in una casa circondati da umani che se ne sono presi cura fin dai primi giorni, conservano insita nel loro DNA la capacità e la volontà di svolgere il loro lavoro e che, loro malgrado, si ritrovano a vivere in appartamenti che, per quanto spaziosi possano essere, per loro rappresenteranno sempre una limitazione e nei quali avranno pochissime cose da poter fare senza ritrovarsi nei guai per aver causato disastri involontari.
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L’involontarietà del comportamento
Ho usato il termine involontari non per indicare la “non volontarietà” nel compiere una data azione ma perché per loro l’esito di quella determinata azione non comporta dei danni per come li intendiamo noi.
Per questo motivo se il cane distrugge il divano non è corretto punirlo, senza considerare poi che lui non sarebbe nemmeno in grado di ricollegare la punizione all’azione dalla quale è derivata.
Mantenere attivo il proprio cane sia da un punto di vista fisico che da quello mentale, può essere di grande aiuto nel farlo sentire più tranquillo e soddisfatto, riducendo enormemente la possibilità che si senta frustrato e che sfoghi il suo malessere con azioni distruttive verso la casa e altri animali.
Con questo non voglio dire che, per esempio, se possedete un Border Collie dovreste portarlo ogni giorno a condurre greggi di pecore per farlo sentire soddisfatto.
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La qualità del tempo libero
Molto spesso quando faccio questo tipo di considerazioni nel confrontarmi con proprietari preoccupati per il comportamento del proprio cucciolo, mi sento rispondere che non capiscono come mai lui si comporti in questa maniera dato che passa buona parte della giornata in giardino…
Certo, la possibilità di usufruire di un’area all’aperto è sicuramente un vantaggio ma non è sufficiente, si tratterebbe sempre dello stesso posto con pochissime variazioni negli stimoli olfattivi e nessuna interazione con altri animali.
- La classica passeggiata
Una classica passeggiata, magari variando con una certa regolarità il luogo di destinazione, effettuata con un guinzaglio lungo in modo da permettergli di esplorare l’ambiente stimolando i propri sensi è sicuramente un metodo piuttosto completo di soddisfare le varie necessità del nostro cane.
In base alla lunghezza della passeggiata potremo stimolare anche considerevolmente la sua muscolatura. Inoltre, essendo svolta in zone in cui possono passare altri animali e persone, stimoleremo moltissimo i suoi sensi, primo fra tutti l’olfatto.
Se svolta correttamente, si tratterà di un attività che lui avrà portato a termine collaborando con noi, cosa assai soddisfacente per entrambi.
Quando possibile potemmo inserire una tappa in qualche area cani o in una zona sicura per poter effettuare qualche attività un po’ più dinamica, liberi dal guinzaglio, e che permetta di scaricare ogni energia residua con grande rilascio di endorfina che rende sempre tanto felici.
- Giochi intelligenti
Molti cani che distruggono casa lo fanno per noia. Oltre alle attività all’aperto è possibile allenare la mente del nostro cucciolotto utilizzando giochi specifici, molto simili a delle specie di puzzle, che richiedono un certo grado di allenamento oltre a predisposizione e voglia di eseguirli. Al proprietario starà il compito di stimolare correttamente il proprio cane affinché non solo tragga beneficio da questo tipo di attività ma riesca anche a divertirsi, in modo che la volta successiva sarà felicissimo di giocare ancora.
Nonostante le molte attenzioni dei proprietari, l’adeguatezza dell’abitazione e degli spazi in cui viene fatto crescere, può comunque capitare che abbia un comportamento distruttivo.
Ma allora perché succede?
Nonostante il proprietario provveda a lunghissime passeggiate, lo ricopra di giocattoli e coccole, lo nutra nel migliore dei modi e non gli faccia mai mancare niente.
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Come mai sembra che le nostre attenzioni a volte non servano a niente?
E come mai addirittura in alcuni casi sembrano peggiorare le cose?
Come sempre, non sarebbe corretto dare una risposta generalizzata che valga per tutti i casi di distruzione dell’appartamento.
Ogni soggetto va esaminato singolarmente con le possibili cause e concause, oltre che valutando l’entità della manifestazione al fine di arrivare a sviluppare una terapia mirata al problema.
Volendo cercare di accomunare a tutti i costi questo tipo di manifestazioni, potremmo dire che un cane che distrugge casa quando viene lasciato da solo lo fa perché non sa affrontare una situazione da cui deriva un carico d’ansia tale da portarlo a cercare una soluzione.
Per quanto a noi possa sembrare assurdo talvolta l’unica soluzione che sembra avere un senso è quella di mordere vari oggetti (probabilmente comincia con un tipo di masticazione che tutti i cani usano per tranquillizzarsi per poi peggiorare nel momento in cui non sembra portare giovamento al soggetto in questione).
Chiaramente questo comportamento non porta alcun giovamento al povero sfortunato il quale, come se non bastasse, ricava da questa esperienza un ulteriore carico di stress, senza contare poi che quando il proprietario tornerà a casa molto spesso infierirà sgridando e punendo l’inconsapevole terrorista.
A questo punto credo sia facile immaginare quale possa essere il risultato di tutto questo per il povero amico a quattro zampe, ovvero un graduale peggioramento: la volta successiva in cui verrà lasciato solo, oltre a dover affrontare la stessa paura della prima volta, ci sarà lo stress di pensare che il proprietario presumibilmente lo sgriderà al suo rientro anche se non ha capito bene perché.
Inoltre avrà la sensazione di non possedere una strategia valida per risolvere il suo problema, il che porterà probabilmente ad una escalation che peggiorerà di volta in volta.
Lui non sarà contento di aver distrutto il divano, il letto, la televisione o qualunque altro oggetto gli sia capitato a tiro (negli anni mi è capitato veramente di tutto), ma in quel momento gli è sembrata l’unica cosa che potesse sollevarlo dalla sua condizione di stress e alla fine probabilmente si sarà anche reso conto che non è servita a niente ma non ha potuto farne a meno e non sapeva cos’altro fare.
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Perché i cani stanno così male quando vengono lasciati soli a casa?
Ovviamente non tutti i cani fanno a pezzi i cuscini del divano o fanno danni in casa o in giardino. Questo comportamento è più frequente nei cuccioli e in alcune razze particolarmente vivaci, come Beagle o i Golden Retriever. In linea di massima quando capita, o meglio, nei soggetti a cui questo succede, la ragione principale è l’incapacità di gestire la solitudine.
Questa difficoltà può dipendere da moltissimi fattori, magari una mamma che a sua volta soffriva di ansia da abbandono e che ha trasferito alla progenie questa caratteristica, o magari un allontanamento troppo precoce dalla madre o ancora più semplicemente un errato approccio all’abitudine di restare soli.
CONSIGLIO
Sicuramente incidenti di questo tipo sono ottimi motivi per rivolgersi ad un medico esperto in medicina comportamentale.
Spesso la soluzione è fare un passo indietro e ricominciare a educare il proprio cucciolo facendolo abituare gradualmente all’allontanamento e in questo è importantissimo essere seguiti da una figura professionale.
Fonti:
Studio Veterinario Ansaldo: Come educare il cucciolo
Wikipedia: Storia del cane
DoctorVet: Lo stress nel cane