Come si accoppiano i serpenti

Partiamo dall’inizio, che cos’è un serpente?

Un serpente è un rettile, un animale vertebrato sprovvisto di zampe. La sua locomozione è data dalla possente muscolatura che gli permette di avanzare senza fatica sul substrato terrestre o di aggrapparsi ai rami degli alberi, se si tratta di specie arboricole.

Caratteristiche dei serpenti

Esistono più di 3.000 specie di serpenti, alcune velenose altre totalmente innocue.

Tutti i serpenti, da quelli lunghi poche decine di centimetri a quelli che superano i 7 metri di lunghezza, si accoppiano per generare la prole.

Come si accoppiano i serpenti?

Partiamo dall’inizio, che cos’è un serpente?

Un serpente è un rettile, un animale vertebrato sprovvisto di zampe. La sua locomozione è data dalla possente muscolatura che gli permette di avanzare senza fatica sul substrato terrestre o di aggrapparsi ai rami degli alberi, se si tratta di specie arboricole.

Esistono più di 3.000 specie di serpenti, alcune velenose altre totalmente innocue. Tutti i serpenti, da quelli lunghi poche decine di centimetri a quelli che superano i 7 metri di lunghezza, si accoppiano per generare la prole.

A questo punto vediamo, punto per punto, come si accoppiano i serpenti:

Riproduzione dei serpenti

Nell’accoppiamento dei serpenti è la femmina il sesso forte. Oltre ad essere molto spesso di dimensioni molto più grandi rispetto al maschio, sono proprio le femmine a decidere con quale maschio accoppiarsi.

I rituali di corteggiamento, simili a danze, sono ricchi di intrecci e scatti che stimolano la femmina a concedersi al maschio e possono durare anche diversi giorni.

L’alimentazione è un altro punto fondamentale per la buona riuscita della riproduzione dei serpenti. Appena usciti dalla bruma la priorità è in assoluto il cibo, infatti un serpente debilitato e denutrito difficilmente riuscirà ad accoppiarsi e portare a termine una gravidanza.

La fase di deposizione delle uova è un momento molto critico per la femmina, pertanto in cattività è necessario seguire un buon piano alimentare onde evitare spiacevoli sorprese come la ritenzione delle uova (Fonte: AIVPA), una condizione in cui l’uovo non viene espulso e che molto spesso può essere risolta solo attraverso la chirurgia.

Nei maschi, invece, il problema più frequente è il prolasso degli emipeni (Fonte: Unina, Facoltà di Medicina Veterinaria), ovvero la fuoriuscita dell’organo sessuale maschile dalle sacche situate in zona cloacale.

La deposizione

Una volta trovato un luogo adatto come, ad esempio, la tana abbandonata di un mammifero o la base di un grosso albero, avviene la deposizione. Il substrato dev’essere soffice e umido poiché l’umidità è un fattore determinante per poter ottenere un’elevata percentuale di uova schiuse.

In allevamento si utilizzano perlopiù vermiculite e agriperlite, materiali particolarmente adatti grazie alla loro predisposizione a trattenere queste caratteristiche per tutta la durata dell’incubazione (Fonte: Dr. Alessandro Bellese).

Il numero di uova deposte varia, a seconda della specie, da due a oltre trenta. La consistenza interna dell’uovo è oleosa con un grosso tuorlo. Il guscio, pur essendo piuttosto elastico e apparentemente morbido, è invece coriaceo data la sua composizione calcarea.

Nelle specie ovovivipare le uova non vengono deposte (Fonte: APAE), l’embrione si forma e si sviluppa nel ventre materno rompendo il guscio ancora nell’addome della madre prima di essere partorito.

La schiusa

Terminati i lunghi giorni di incubazione avviene la schiusa.

Per la schiusa generalmente sono necessari dai 50 ai 70 giorni, in alcune specie occorrono anche più di 100 giorni.

Ciò che incide maggiormente sui tempi di schiusa è la temperatura: più è alta, minori saranno i giorni di incubazione. Il valore ottimale è di circa 28-29°C con un tasso di umidità che oscilla tra il 50% e il 70% (Fonte: SIVAE).

Temperature più elevate potrebbero provocare il collasso dell’uovo con conseguente morte dell’embrione oppure malformazioni del nascituro.

Ma, come partoriscono i serpenti?

Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non tutti i serpenti fanno le uova ma solo il 70% circa delle specie.

Il restante 30% partorisce piccoli vivi, autosufficienti già dopo qualche ora. Spesso infatti non ci sono cure parentali da parte della madre che nella maggior parte dei casi prosegue il suo cammino subito dopo aver deposto le uova o partoriti i piccoli, lasciando alla prole il compito di iniziare da soli la loro personale avventura verso la vita.

Durante la gestazione la femmina inizialmente appare molto frenetica e avida di cibo, trascorrendo buona parte del suo tempo a caccia per permettere la formazione e lo sviluppo delle uova. Successivamente, verso il termine dei giorni che precedono la deposizione, cerca un luogo tranquillo dove riposare, dato che il peso delle uova influisce molto sui suoi movimenti, rendendola goffa e vulnerabile a eventuali predatori.

Nelle specie ovipare i piccoli bucano l’uovo per mezzo di una sorta di dente cartilagineo situato sulla punta del muso, la cui unica funzione sarà proprio quella di perforare la membrana elastica del guscio e che scomparirà poche settimane dopo la nascita.

Il sacco vitellino contenete le ultime riserve di cibo viene riassorbito nell’arco di poche ore, lasciando una impercettibile cicatrice sull’addome del piccolo.

Dalla prima muta all’indipendenza

Qualche giorno dopo la nascita si verifica la prima muta, detta anche esuviazione, che consiste nella perdita dello strato epidermico superficiale e che è legata all’accrescimento del serpente.

Essendo appena nato, si potrebbe attribuire questa prima muta alla costrizione data dallo spazio angusto all’interno dell’uovo, inoltre il piccolo appena nato è ricoperto del muco secreto dalla membrana amniotica pertanto questo “cambio d’abito” permette al piccolo di ripulirsi e risultare così inodore ai predatori, così da non attrarli al nido.

I giovani serpenti, autonomi fin da subito, iniziano a procacciarsi il cibo da soli dopo circa una settimana dalla nascita. In genere la varietà di prede è davvero molto ampia comprendendo mammiferi, pesci, rettili, anfibi, uccelli e persino altri serpenti; l’unica regola è che le dimensioni siano adeguate.

La digestione avviene in circa una settimana e una volta defecato il serpente è pronto ad alimentarsi nuovamente. Se tutto dovesse andare per il verso giusto, dopo qualche anno i nostri piccoli ormai diventati adulti, dopo essere riusciti a sfuggire ad eventuali predatori e aver consumato numerosi pasti, sono pronti ad accoppiarsi e quindi a generare anch’essi nuova prole.


Domande frequenti

1. I serpenti sono animali monogami?

Non esattamente, nella maggior parte dei casi i due sessi si incontrano solo per la stagione riproduttiva. In alcune specie è possibile ritrovare in un unico luogo decine di esemplari pronti a corteggiarsi e contendersi il diritto di accoppiarsi.

2. In quale mese avviene la stagione degli amori?

Il periodo più prolifico per gli accoppiamenti segue la stagionalità legata alla primavera, ipoteticamente da Marzo a Maggio, quando il sole inizia a rendere le giornate più calde e lunghe.

Nel periodo invernale tutti i rettili cercano riparo in zone tranquille e cadono in una sorta di letargo, detta bruma, questo gli permette di conservare energie preziose che serviranno in fase di accoppiamento.

3. Gestazione serpenti: quanto dura?

Dall’accoppiamento alla deposizione passano dai 30 ai 60 giorni a seconda della recettività della femmina e del suo grado di ovulazione; una volta trovato un luogo idoneo, la femmina inizia a deporre le uova.

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